La probabilità di subire perdite sul mercato azionario diminuisce all’aumentare dell’orizzonte d’investimento.

Uno dei principali errori che si attribuiscono a molti risparmiatori è che pur avendo obiettivi di lungo periodo, essi investono soprattutto in titoli a breve termine perché temono la volatilità manifestata dalle azioni.

In linea generale tale comportamento è del tutto irrazionale perché tanto è più lungo l’intervallo di tempo a disposizione tanto è maggiore la volatilità che si può accettare e su un arco di tempo sufficientemente lungo è infatti ben difficile che un indice non frutti un rendimento positivo.

Ad esempio storicamente gli investimenti azionari sono più remunerativi di quelli considerati più prudenti purché non si abbia fretta: chi avesse investito 1600 dollari nell’indice S&P500 nei sui momenti peggiori, cioè al picco registrato del 2001 e 2007, ora avrebbe rispettivamente quasi 4000 e 3500 dollari.