Sono particolarmente felice oggi di introdurvi una persona speciale nella mia newsletter “Donne e finanza: come essere padrona del tuo destino economico” .
Vi parlo di Tiziana Kaseff Grilli, broker manager del gruppo immobiliare Coldwell Banker Barbera Group International Real Estate.
Ci racconti in breve il tuo percorso e come sei arrivata a ricoprire questo ruolo?
Il mio è un percorso complesso, a partire dalla mia storia familiare: sono nata a New York da madre metà russa e metà portoghese e da padre metà libanese e metà italiano. Parlo 6 lingue e ho 3 passaporti. Fino ai cinque anni ho vissuto a New York, poi mi sono trasferita in Italia per poi spostarmi in Brasile all’età di 12 anni. A 25 anni sono andata a lavorare in finanza a Londra, a 31 mi sono trasferita nuovamente in Italia con il mio ex marito e infine sono andata a vivere a Roma. Nell’ambito di questo percorso ho cambiato diversi lavori cercando di adattarmi all’ambiente in cui vivevo: mentre abitavo a Siena ho frequentato ad esempio un master in organizzazione di eventi culturali, per sfruttare la ricchezza enogastronomica e museale dell’area. A 38 anni, separata e con due figli piccoli, mi sono trasferita a Roma, una città che pensavo mi avrebbe accolta in un ambiente internazionale. Invece ho trovato una certa chiusura, una città molto legata a vecchi schemi aristocratici, cattolici, politici, e da subito ho provato a capire come avrei potuto trovare un lavoro attraverso conoscenze private. Tramite un amico mi è stato segnalato un family office che gestiva patrimoni immobiliari e ho iniziato a lavorare in questo settore: poco dopo sono passata a lavorare in ReMax, che all’epoca era l’unica realtà internazionale di Roma. Fino a che una head hunter non mi ha segnalato questo brand Usa, Coldwell Banker, per il quale ho seguito l’apertura di un’agenzia al Flaminio: successivamente ho partecipato all’apertura dell’ufficio di Milano e poi, quando i due soci romani hanno deciso di separarsi, sono rimasta con uno di loro. Al momento la nostra agenzia ai Parioli è la più grande del gruppo in Italia per fatturato.
Quali sono state le più grandi difficoltà che hai incontrato nel tuo percorso di donna imprenditrice?
Devo dire di non aver incontrato ostacoli diversi da quelli presenti in un normale percorso di crescita professionale, sempre più grandi man mano che si cresce e legati al contesto in cui si lavora. Non ho riscontrato discriminazioni o problemi legati in particolare a questioni di genere.
C’è stato un momento in cui hai pensato di non farcela?
Sì. Curiosamente, dopo aver intrapreso una carriera internazionale anche in posti difficili, a Roma ho trovato le maggiori difficoltà in una mentalità provinciale, chiusa, medievale, gretta. Non troppo distante dal clima descritto nelle storie sui Borgia. È stato quello il momento in cui ho pensato di mollare.
Quali sono state le più grandi soddisfazioni che hai ottenuto come donna imprenditrice?
La più grande soddisfazione è stata proprio riuscire a superare gli ostacoli posti da questa mentalità, affermandomi in una città ostica attraverso la mia professionalità, la mia determinazione, senza tralasciare la femminilità in un mondo, quello dell’immobiliare, molto maschile e spesso popolato da persone di bassa professionalità. Mi è capitato ad esempio di vedere agenti presentarsi al funerale di un’anziana con la cartellina sottobraccio, cercando di contattare i parenti.
Sono orgogliosa di non lavorare in questo modo e di riuscire a farmi pagare anche il massimo senza che il cliente si lamenti mai: nel mio lavoro si vive essenzialmente di passaparola.
Quali sono a tuo avviso i vantaggi competitivi dell’essere donna?
Credo che il pensiero laterale, il fatto di essere dotata per natura della capacità di fare diverse cose allo stesso tempo, essere moglie, madre, amica, sorella, cuoca, consulente eccetera renda la donna la perfetta sintesi tra il razionale e l’emozionale. La donna possiede la capacità di essere allo stesso tempo analitica ma anche umana, ed è questo a mio avviso il suo punto di forza.
Perché in Italia il mondo del lavoro è ancora fortemente sbilanciato in favore degli uomini?
A mio avviso si tratta di un retaggio religioso e culturale. L’impostazione culturale “prevede” che la donna debba riprodursi, stare a casa, accudire, e se è nervosa è perché ha il ciclo o perché non ha una vita sessuale soddisfacente. Questi luoghi comuni hanno influito per tanto tempo sul ruolo della donna, che risente di una visione arcaica diffusa anche tra le stesse donne.
Se è vero che il sistema non aiuta le donne, anche noi dobbiamo essere parte della soluzione ed evitare di rinchiuderci da sole in un ghetto culturale.
Qual è il tuo rapporto con la finanza: ti trovi a tuo agio in questo mondo o c’è chi se ne occupa per te?
Venendo io stessa dal mondo della finanza capisco che si possa avere la presunzione di saperne abbastanza, ma la verità è che non si è mai lucidi al punto giusto per prendere decisioni oggettive sul proprio denaro. Per questo, per quanto si possa essere preparati, è sempre meglio affidarsi ai professionisti. Il tuttologo non ha mai funzionato.
Che consiglio daresti alle donne che stanno leggendo questa intervista?
Di cercare dentro di sé la propria ispirazione e la passione, perché trasformerà ogni sacrificio in un immenso piacere. Questo è stato il mio elisir di felicità e di sopravvivenza.